1° giorno: Da Malga Lincino al Rifugio Baita Adamè. Dislivello: 500m Ore: 2.30 Difficoltà: E
Lasciata l'auto a Malga Lincino (1603 m) si attraversa il torrente seguendo le numerose indicazioni, si prende il sentiero a volte ricavato nella roccia che con infinite serpentine e percorso molto ripido, indicato come “Scale di Adamè”, porta al ciglio della valle omonima, dove sorge il Rifugio CAI Lissone a 2005 m (ore 1.30). Ci si inoltra sul pianeggiante fondovalle della Val Adamé seguendo l'Alta Via dell'Adamello, fino a giungere al rifugio Baita Adamè 2100 m (ore 2.30).
2° giorno: Dal Rifugio Baita Adamè al Rifugio Ai Caduti dell’Adamello al Passo della Lobbia Alta con salita al Monte Fumo 3418m. Dislivello: 1200m ( 300m per la salita al M. Fumo) Ore: 6.30 ( 2 per il M. Fumo) Difficoltà: PD
Dal rifugio Baita Adamè si prosegue lungo il segnavia n. 29, stando sulla sinistra del torrente ci si addentra nella valle giungendo ai piedi della lingua glaciale che scende dall'ampia sella del Passo Adamé. Si risalgono le placconate di un costone mediante corde fisse poste nei tratti più impegnativi e si mette poi piede sul filo morenico che porta alla base della parete Est del Corno Triangolo. Da qui ci si porta sul ghiacciaio costeggiando le pareti di Punta Giannantonj e delle Cime Pian di Neve, si continua verso O e in brevi ci si porta al Passo di Salarno e al vicino Bivacco Giannantonj (3168m, ore 5). Da qui c’è la possibilità di salire al Monte Fumo 3418 m. Si punta in direzione NE, al Passo di Adamé. Dal passo si sale verso destra salendo alla Bocchetta di Monte Fumo che si apre sulla cresta fra il M. Fumo a destra e la Tripla a sinistra. Una volta in cresta si piega a destra e facilmente si raggiunge la cima. (ore 1.30 dal bivacco). Ridiscesi verso il passo Adamè si punta verso NE costeggiando il lato occidentale del Dosson di Genova e poi quello della Cresta della Croce. Ora si risalire al Passo della Lobbia Alta dove è posto il rifugio Ai Caduti dell’Adamello a 3020 m (ore 2 dal Passo Adamè, ore 6.30).
3° giorno: Dal Rifugio Ai Caduti dell’Adamello al Rifugio Carè Alto con salita al Crozzon di Lares 3354 m. Dislivello: 700m Ore: 8 Difficoltà: PD
Dal rifugio ci si sposta al Passo della Lobbia Alta, si va in direzione Sefino al pianoro centrale della Vedretta della Lobbia. Da qui, volgendo a sinistra e superato un lungo dosso, ci si porta ad una spalla nevosa appena sopra alla cresta O. Si continua per il pendio nevoso fino ad incontrare le roccete della cresta che in breve portano alla cima (ore 2.30) Si torna indietro verso la Vedretta della Lobbia e si piega a sinistra in direzione S. Ci si dirige verso il Passo di Cavento che si raggiunge per una valletta ripida e dopo aver superato un largo crepaccio. Qui è posto il bivacco Laeng (3198 m). Si scende ora il canale nevoso sull’opposto versante e, dopo la crepaccia terminale, si volge a destra (S) a costeggiare in quota il fianco E del Corno di Cavento fino all’altezza dei Denti del Folletto. Qui si volge decisamente a sinistra e si attraversa in tutta la lunghezza la Vedretta del Lares per raggiungere la Sella di Niscli a 2912 m. Ora su morena si scende sino al Sasso Bagnato, si ignora il sentiero che va al Passo d’Altar, e prendendo a destra, si segue il tracciato che porta nel corridoio chiamato “Bus del Gat” e poi al rifugio Carè Alto a 2459 m (ore 4 dal Passo di Cavento, ore 8)
4° giorno: Dal rifugio Carè Alto salita al Carè Alto 3462m e ritorno al rifugio. Due possibilità di salita; da decidere in loco in base alle condizioni.
CRESTA NORD Dislivello: 1000m Ore: 4.30 per la salita ( 3 per la discesa) Difficoltà: PD
Dal Rif. Care Alto 2459 m si torna alla Sella di Niscli (ore 1.45) da dove si risale la Vedretta del Lares dapprima in direzione O e poi verso S, facendo riferimento al margine inferiore e più occidentale della “Pala Ghiacciata”, fino a raggiungere il piede della cresta NO (ore 3.30). Si supera un breve ma ripido pendio nevoso compreso tra la “Pala” e la cresta NO e si raggiunge una marcata spalla. Volgendo a sinistra si percorre il filo nevoso della cresta NO e continuando per qualche roccia affiorante e superata un’altra spalla meno marcata si arriva all’Anticima Nord. Da questa, dopo un tratto di cresta ed un insellatura si raggiunge la cima principale 3462 m (ore 4.30) Discesa: Per lo stesso itinerario, se le condizioni di innevamento lo permettono si può scendere dal ripido versante della “Pala Ghiacciata” altrimenti si procede in cresta fino al punto dove ci sono i chiodi per la calata in corda doppia.
CRESTA EST Dislivello: 1000m Ore: 4 per la salita ( 3 per la discesa) Difficoltà: PD
Dal Rif. Care Alto 2459 m si sale per un comodo sentiero di guerra che iniziando proprio dietro il rifugio, segue il lato meridionale della cresta. Dopo 15 minuti si arriva a un intaglio, si continua per il sentiero per altri 45 minuti fino a raggiungere la Bocchetta del Cannone a quota 2859 m circa, dove ha termine il sentiero e dove è stato riposto nella sua sede originaria un cannone austriaco. Di qui, invece di proseguire per la cresta, conviene andare a sinistra sul margine della Vedretta di Conca, costeggiare per un tratto la base della cresta, per poi volgere ancora a sinistra (S) e risalire tutto il pendio nevoso del caratteristico «panettone» formato dalla Vedretta di Conca. Dal pianoro sovrastante si ritorna a destra e si riprende la cresta superando una paretina di buona roccia, con evidenti segni di passaggio, alta 30 m circa. (In tempo di guerra la parete era attrezzata con una robusta scala di corda!).Ad inizio stagione si supera la crepaccia terminale agevolmente per accedere ad una facile cengia che conduce nei pressi della bella placconata di circa 30 metri che caratterizza la via. In alternativa sul margine destro del nevaio (faccia alla parete) la crepaccia è meno marcata ma la salita è un po’ più difficoltosa (III, chiodi e cordini). Seguendo il filo di cresta per solidi lastroni e blocchi granitici, incontrando qualche rara traccia del vecchio percorso militare, si procede a lungo fino a incontrare il filo nevoso che costituisce il margine superiore della «pala ghiacciata». Lo si segue, abbassandosi all'ultima selletta, e da questa si perviene direttamente alla vetta con un ultimo tratto roccioso 3462 m (ore 4 dal rifugio). Discesa: Come descritto per la cresta nord
5° giorno: Dal Rifugio Carè Alto al rifugio Val di Fumo attraverso la Bocca di Conca 2674m e il Passo delle Vacche 2872m Dislivello: 600m Ore: 4 Difficoltà: EE
Dal rifugio Carè Alto seguendo il sentiero ben segnalato, ci si dirige verso SO, mantenendosi quanto più possibile in quota e proseguendo a mezza costa attraverso caratteristici lastroni e piccoli pendii erbosi. Puntando all’estremità inferiore della lunga cresta SE del Carè Alto e raggiunto il tratto terminale della Val Conca, con un ultimo tratto di ripida salita si raggiunge il valico detto Bocca di Conca (2674 m, ore 1.15). Ci si abbassa ora nella Valle Dosson, ne si attraversa la testata sulla morena della piccola vedretta della parete S del Carè Alto, e si risale puntando al Passo delle Vacche (2872 m, ore 2.15). Poco sopra al valico si trova il bivacco Eugenio Segala (3050m, ore 0.30 dal passo) base di partenza per la salita alla cresta SO del Carè Alto. Dal passo si entra in Val di Fumo; si supera un salto roccioso e poi su terreno morenico ci si abbassa fino ad una zona di placche rocciose alternate ad erba. Superato un dosso erboso si scende in un vallone e si arriva al fondovalle da dove in poco tempo si giunge al rifugio Val di Fumo a 1918 m (ore 1.45 dal passo; ore 4).
6° giorno: Dal Rifugio Val di Fumo salita al Corno di Grevo 2869m e ritorno alle macchine. Dislivello: 700 m ( 300 m per la salita al Corno di Grevo) Ore: 5 ( 2.30) Difficoltà: F
Dal rifugio si scende ad attraversare il ponte di legno sul fiume Chiese, e si risale la sponda occidentale della valle, si raggiunge un baitelo di pastori e poi un caratteristico masso a forma di tetto, per poi continuare in una lunga traversata in quota fino a superare lo sperone orientale della Cima di Molinazzo. Proseguendo per un cengione, si costeggia il fianco orientale del Corno di Grevo, fino a raggiungere il vallone che porta valico detto Forcel Rosso 2598 m (ore 3.30). Da qui c’è la possibilità di salire al Corno di Grevo 2869m Dal passo si attraversa sul versante orientale per dossi erbosi e morenici fin sotto alle rocce dell’Anticima SO, che si contornano fino a prendere lo stretto e incassato canale che porta all’intaglio di cresta fra l’anticima e la cima. Dall’intaglio si sceglie la via più facile sulle belle rocce della cuspide sommitale, e poi per la cresta si guadagna la vetta (ore 1.30 dal passo). Tornati al Forcel Rosso si scende in direzione O in un ripido canale, lo si percorre fino ad una zona cespugliosa dove si incontra la mulattiera che porta al rifugio CAI Lissone 2005 m (ore 1 dal passo). Da qui su comodo sentiero si arriva alle macchine in circa trenta minuti.
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