Primo giorno: trasferimento da Arcore e salita al rifugio Marco e Rosa. Tempo di salita: 7 ore. Dislivello in salita: 1700m.
Dal parcheggio presso la diga di Campo Moro ( 2000 m) si percorre il muraglione verso N per poi scendere tramite una stradetta sterrata ad uno slargo sottostante. Traversatolo verso le pendici del Sasso Moro si trova il cartello indicatore dei rifugi Carate e Marinelli-Bombardieri. Si segue il sentiero che con numerose ripide svolte risale per cenge la sovrastante parete portando su un panoramico poggio boscoso. Si piega ora verso NW in leggera salita e poi in piano nel rado bosco per aggirare le propaggini SW del Sasso Moro. Verso i 2200 m la salita inizia a farsi di nuovo ripida e si giunge alla Bocchetta delle Forbici devo sorge il rifugio Carate (2636 m; 2 ore). Superato il passo appare una larga parte del Gruppo del Bernina circondato da grandi ghiacciai, ci si abbassa a mezzacosta verso N su sfasciumi andando ad aggirare la lunga diramazione NW della Cima di Musella occidentale. La salita riprende e piegando verso E si lambisce un laghetto glaciale, si attraversa un torrente che si origina dalla Vedretta di Caspoggio e, sempre fra i detriti, si sale verso NW aggirando verso destra la grande rupe sulla quale sorge il rifugio Marinelli-Bombardieri (2813 m; 3.30 ore). Dal rif. Mannelli-Bombardieri si prende il sentierino che, partendo dal limite nord-orientale del piazzale, sale appresso le pareti della Cresta del Rifugio dirigendo a NE per sfasciumi e detriti. Giunti ad una serie di salti rocciosi intervallati da cenge detritiche, si piega a sinistra (N) e si rimonta faticosamente su traccia meno evidente, sbucando sull'ampia sella del Passo Mannelli occidentale 3050 m e. (ore 0.30). Si percorre verso N la pianeggiante Vedretta di Scerscen superiore al cospetto delle pendici occidentali del Pizzo Argent e della grande parete S della Cresta Guzza. Mantenendo la direzione e oltrepassato lo sbocco del Canalone di Cresta Guzza che verso destra sale alla Forcola di Cresta Guzza (vedi Alternativa), si entra nel vallone glaciale che si spinge fra le pareti SE del Monte Scerscen e SW della Spalla del Pizzo Bernina. Si costeggia la base della bastionata rocciosa che forma la sponda settentrionale del vallone e con un arco di cerchio verso destra ci si avvicina al suo piede, verso q. 3400. Superata la crepaccia terminale si afferrano le rocce e, seguendo le corde fisse, si sale diagonalmente verso destra la bastionata, giungendo sulla spalla detritica poco sopra la quale sorge il rif. Marco e Rosa (3610 m; 7 ore). Alternativa Nel caso ci sia troppa neve invece della via delle "roccette" è preferibile il Canalone di Cresta Guzza. Difficoltà: PD, 40°-45°. Dal rif. Marinelli-Bombardieri si segue l'itinerario precedente e, aggirato il versante SW della Cresta Guzza, si volge a destra entrando nel canalone, che in genere si percorre fiancheggiandone la sponda settentrionale, per giungere nei pressi del rif. Marco e Rosa.
Secondo giorno: giro del bellavista e ritorno fino alle macchine. Tempo di salita: 3.30 ore circa. Dislivello in salita: 400 m. Tempo di discesa fino alla macchina: 6 ore in totale.
Dal Rifugio Marco e Rosa ci si porta alla Forcola di Cresta Guzza e proseguendo verso E, attraverso alcuni seracchi, si passa allo sbocco del canalone glaciale compreso fra le creste NW dei pizzi Zupò e Argent per poi risalire sul margine occidentale dello spalto glaciale della Terrazza Bellavista; percorrerlo verso E fino ai piedi della Forcola Bellavista 3688 m che si raggiunge con breve risalita verso destra. Si traversa poi il grande Altopiano di Fellaria verso S fino al Passo del Sasso Rosso 3510 m da dove si scende il pendio crepacciato che verso SW va a saldarsi con la sottostante Vedretta Fellaria. Si percorre questo ghiacciaio verso SW fino al Passo Marinelli orientale (3120 m) da qui si piega verso SSE aggirando il versante orientale della Punta Marinelli e puntando verso la Bocchetta 3000 della costiera rocciosa. Senza toccare la selletta, si cammina sul ghiacciaio accanto a questa costiera, si scende lungo un canale di neve fino ad una conca con un laghetto (2632 m). Si costeggia il versante orientale della quota 2840 m per un cengione erboso e per tracce via via più sicure si arriva la rifugio Bignami (2385 m) Da qui un facile sentiero, che rimane sulla riva occidentale del Lago di Gera, conduce allo sbarramento artificiale da dove, lungo la strada, si ritorna alle macchine.
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