Dalla stazione di Manarola, si imbocca il tunnel, si raggiunge il paese e si attraversa via Roma. Appena fuori dall'abitato, si prosegue lungo il rio Groppo nei pressi di un ponticello di pietra, ultimo testimone della serie di ponti che collegavano le due sponde del corso d'acqua giù in paese. Costeggiata la strada asfaltata, ci si inoltra nella valle i cui versanti sono coltivati a viti ed ad orto. Piccole costruzioni (un edicola Mariana, scale, muri a secco, pergole, lo stesso lastricato del sentiero) si presentano nell'itinerario prima di raggiungere la strada, attraversarla e seguirne parallelamente il percorso per alcune decine di metri, accompagnati da un piccolo canale di irrigazione. Costeggiato un muro di cinta, si torna sull'asfaltata, inerpicandosi poi a ponente, lungo la scalinata.
Una variante per Volastra si ha seguendo invece il sentiero n°6 fino a Groppo e, successivamente, salendo lungo l'asfaltata, raggiungendo la cantina sociale, dalla quale si prosegue poi per Volastra. La salita, faticosa nel primo tratto, si addolcisce progressivamente dal punto in cui si incontra il sentiero per "direttissima" da Volastra, fino a scendere alle prime case di Volastra. Giunti in Volastra si segue il sentiero 6/d: costeggiato il piccolo campo da calcio, si raggiunge il piazzale del santuario di Nostra Signora della Salute al termine del quale, presso un curioso "sedile" con bassorilievi di simboli religiosi si abbandona il paese per inoltrarsi tra i coltivi. Dopo poche decine di metri la vista spazia sul mare e sulla valle Asciutta terrazzata e coltivata a vigna fin quasi a 500 metri di quota. Nonostante presso il litorale e qua e la si notino tracce di abbandono, impatto visivo è fortissimo. A levante, in basso, si può ammirare Manarola
e, lungo il sentiero, una vecchia Ape arrugginita il cui motore, qualche decennio fa, muoveva il carrello di una teleferica a sbalzo.
Si giunge rapidamente a Porciano (367 m), un piccolo nucleo di case parzialmente ristrutturato posto poco sotto la strada provinciale dei Santuari che fu borgo di mezzadri, dediti alla viticultura, come testimoniano anche alcuni oggetti che si rinvengono qua e la. Sopra Porciano, a monte dell'asfaltata, si estende il vigneto sperimentale dove la regione Liguria, in collaborazione col Centro Nazionale Ricerca dell'Università di Torino, studia nuovi vitigni e tecniche colturali più efficienti. Abbandonato Porciano, ci si affaccia nell'incisura del rio Molinello, che sfocia presso la stazione di Corniglia; di fronte si vede Casa Barani, parte del nucleo di case indicato sulla carta geografica e noto nella tradizione escursionistica come Case Pianca, localmente denominato "La Bianca". In questa costa di monte i terreni terrazzati coltivati sono pochi e prevale un bosco misto a pino marittimo, castagno e leccio. Oltrepassata l'incisura del rio Molinello, dove sorge una vasca che riceveva le acque della sorgente Porciana, ormai captata, ci si inoltra nella vegetazione per emergere presso le ultime vigne, nelle quali sorge un piccolo casotto caratterizzato della presenza di due vasche. L'ultima parte del sentiero è via via meno panoramica, vale quindi la pena di ammirare Manarola (sul colle alle cui spalle si erge il Santuario di Montenero) per poi inoltrarsi nella vegetazione che ha invaso i terreni anticamente terrazzati e coltivati. Discese alcune scalette in pietra si giunge al termine del sentiero 6/d, per poi continuare a perdere quota lungo il 7a, oltre il bosco entro oliveti in gran parte abbandonati.
Lasciati gli oliveti si giunge alla periferia di Corniglia dove, a pochi metri dalla chiesa di San Pietro, nei pressi di una fontanella, termina il sentiero 7/a, e si può intraprendere il 2, che consentirà di chiudere l'anello a Manarola.
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