Settembre 2005
per l'elezione del nuovo consiglio
Venerdì 7/10/2005
Ore 21 ad Arcore presso l’Aula Magna
della SCUOLA MEDIA
con le foto delle gite estive effettuate quest'anno, premi ad estrazione e… rinfresco.
1- BERETTA ELVIO 11- TERUZZI MATTEO
2- BERETTA MARIO 12- TERUZZI PAOLA
3- CITTERIO FEDERICO 13- TERUZZI ROSARIA
4- FERRARIO GIANCARLO 14- VILLA FABRIZIO
5- GALLIANI VITTORIO 15- VITALI GIANPIETRO
6- GRANDI DAVIDE 16- MISSAGLIA ROSANGELA
7- MALACRIDA GIORGIO 17-
8- MOLINARI FILIPPO 18-
9- NOSTRINI ENZO 19-
10- PEREGO ORNELLA 20-
Tutte le persone che si vogliono impegnare nelle attività sono bene accette e si possono anche candidare per il consiglio C.E.A.. Si possono votare un massimo di 10 candidati e se non puoi essere presente all’assemblea puoi imbucare i tuoi voti nella cassetta postale fuori dalla sede.
16/10/05 – PRANZO SOCIALE
Quest’anno il pranzo sociale si terrà il Ristorante del Teatro in Alta Valsesia e sarà preceduto da una gradevole visita guidata al Sacro Monte di Varallo (VC).
Il viaggio è previsto in pullman, con partenza alle ore 7,30.
ARTICOLO PUBBLICATO SULLA RIVISTA
“OROBIE”:
SCALARE E’ UN INNO ALLA VITA
Questa primavera è stata l’ultima per Christian, morto per il crollo di un
seracco sulla montagna che anche io conosco bene….e sulla quale Anatoli se ne è
andato. L’ Annapurna non è però una montagna assassina, non sono killer la neve
e i seracchi che la ricoprono e pazzi non sono neppure quelli che ci sono
saliti, che hanno tentato di farlo e che sogneranno in futuro di raggiungerne la
cima. Il rapporto dell’uomo con la natura, anche quella apparentemente ostile e
difficile, è qualcosa di più che una semplice partita a scacchi o un gioco che
ha per forza un vincitore e un vinto. La natura ci ha generato, alimentato ed è
grazie a lei che ci siamo evoluti, con lei ci siamo relazionati, adattati,
rifugiati e infine da lei ci siamo allontanati. Non ne abbiamo più bisogno
(pensiamo), abbiamo portato il sole in casa, assieme al vento, ai suoi suoni, al
fresco, al caldo, agli animali e abbiamo addomesticato tutto in modo che ogni
cosa sia apparentemente sotto il nostro controllo.
In questo tipo di relazione è dunque “accettato”, come disgrazia o ordinaria
malasorte, il morire in un incidente d’auto, aereo, motociclistico, di malattia,
sul lavoro, di violenza. Non si accetta, invece, mai che si possa morire
cercando qualcosa di se stessi nella natura, nelle situazioni difficili, fino a
quelle estreme come scalare una montagna, attraversare un deserto, o più
semplicemente fare un’escursione su una via ferrata o una discesa in neve
fresca. Chissà perché in questi casi si viene subito tacciati per incoscienti e
suicidi.
Quando capita la disgrazia in questi frangenti si cerca subito il perché e si
finisce nell’imputare tutto all’imprudenza e alla scarsa considerazione di se
stessi e della vita umana. Ma perché? Avete mai parlato, ascoltato, osservato le
persone che lasciano le comodità, l’appiattimento del voler solo dominare tutto
e tutti per andare su una montagna, in un bosco, in mare e ovunque si ritorni a
essere soli con se stessi? Probabilmente no. A parte i malati patologici di
protagonismo e totale assenza di auto conservazione, non troverete mai un uomo
d’avventura che non ami la vita e non faccia di tutto per gioire della stessa,
della sensazione di esistere, di appartenere al mondo. Perché è un idiota chi
muore in montagna ed è un martire chi muore facendo qualcos’altro di ordinario o
di estremo, ma con una contropartita economica? Se un pilota si schianta è un
povero sportivo che ha amato la sua passione fino a trovarvi la fine, mentre chi
muore per analoga attività estrema senza un ritorno finanziario è un pirla? Sono
solo i soldi che giustificano il rischio?
Ebbene, cari amici, sono l’amore e le nostre più intime pulsioni che hanno
spinto Christian Kuntner, Anatoli Bukreev, me stesso e tanti altri a scalare le
montagne, attraversare oceani, scendere pendii innevati. Qualcuno di voi si è
mai domandato perché ama? La risposta non esiste se non in una pulsione che
esplode in noi e che non ragiona secondo convenienze. Si ama perché ci si sente
irresistibilmente attratti da qualcosa e qualcuno che ci dà tutte le ragioni e
le risposte e giustifica ogni nostro agire. E’ la gioia immensa l’unica
convenienza vera che si ottiene amando qualcosa o qualcuno e tutti noi prima o
poi abbiamo attraversato questo stato emotivo. La passione, anche la più strana,
come scalare una montagna è davvero un inno alla vita e l’amore molte volte può
anche essere mortale, sconveniente. Nessuno di noi pretende di essere capito
fino in fondo e biasimato per le scelte che facciamo. Si chiede però solo
rispetto come noi lo abbiamo per le persone che hanno deciso di amare e di
esternare le loro passioni in modo diverso, apparentemente più sicuro.
La morte in fondo non ha un perché, ha solo un quando.
Simone Moro
La pagina delle comunicazioni
CORO CEA
Continuano le prove del mitico coro CEA. Tutti i lunedì alle ore 21 ci troviamo con il maestro Castoldi Luciano, a far vibrare all'unisono le nostre corde vocali. Cerchiamo sempre nuovi elementi per incrementare il gruppo. Chiunque voglia provare l'emozione di cantare insieme sarà il benvenuto. CORAGGIOOO!!!!
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ANNO 2005 - SETTEMBRE - N. 163
REDAZIONE: Ornella, Giancarlo, Mario