Settembre 1999
VENERDI'
8/10/99 alle ore 21
presso L'AULA MAGNA DELLE SCUOLE MEDIE di
via Monginevro ad Arcore
ASSEMBLEA GENERALE
ED ELEZIONE DEL
NUOVO CONSIGLIO CEA
CON TANTO DI
TOMBOLATA, DIAPOSITIVE e... RINFRESCO!
Tutte le persone che si vogliono impegnare nelle attività sono bene accette e si possono anche candidare per il consiglio C.E.A.. Si possono votare un massimo di 10 candidati e se non puoi essere presente all'assemblea puoi imbucare i tuoi voti nella cassetta postale fuori della sede.
GITE ESTIVE (anzi Autunnali...)
17/10/99 - MARRONATA e PRANZO SOCIALE
Come lo scorso anno si effettuerà presso l'azienda agrituristica "LA PERLA VERDE" a S.Rocco - Colico (SO).
Il viaggio è previsto in pullman con partenza alle ore 7,30.
Le iscrizioni si ricevono fino all'8/10/99 e il prezzo del viaggio e del pranzo è di Lit. 55.000.
24/10/99 - MONTE GENEROSO (1701 m)
Monte posto a cavallo tra il lago di Como e il lago di Lugano con splendido panorama su entrambi i laghi.
Dislivello di salita circa 500 metri. Tempo di percorrenza: 2 ore circa in salita e 1,30 ore circa in discesa.
Equipaggiamento: da media montagna. Difficoltà: facile.
Trasporto: gita che si effettuerà con mezzi propri.
RACCOMANDAZIONI:
Nel percorre i sentieri di montagna, soprattutto se esposti o impervi, occorre la massima prudenza; utilizzare sempre calzature che fascino bene il piede fin sopra le caviglie e con suola in gomma scolpita. In montagna il tempo cambia rapidamente, per cui occorre essere sempre adeguatamente attrezzati, con nello zaino capi di abbigliamento che permettano di affrontare cali repentini di temperatura o pioggia inaspettata.
I SOCI RACCONTANO...
26/27
GIUGNO: PALON DE LA MARE
Partiti di buon mattino
(si fa per dire ...) sabato 26 giugno, siamo arrivati in alta
Valfurva (gruppo Ortles-Cevedale) per questa due giorni CEA in
alta quota, giusto giusto per lora di pranzo; dopo un
frugale pasto al sacco, qualche sana marmellatina e del
cioccolato, il gruppo si è incamminato verso il rifugio Branca;
forse anche più vicina di quanto ci si aspettasse, la meta è
stata raggiunta nel giro di unoretta scarsa.
Il rifugio Branca, situato a m. 2493, si trova ai piedi del
ghiacciaio dei Forni. Un po incuriositi dalle forme e dai
segreti del ghiacciaio, abbiamo approfittato della grande
esperienza alpinistica dei "maghi" del CEA e ci siamo
avventurati in qualche prova di progressione su ghiaccio, in
cordate da 3/4 persone, sfiorando anche qualche piccolo
crepaccio.
La serata è trascorsa con una buona cena, la definizione degli
ultimi dettagli per lascensione del giorno successivo e una
buona dose di chiacchiere, scherzetti vari e una calda tisana.
Il Palon de la Mare, con i suoi 3703 m., è la più alta cima nel
bacino dei Forni; la salita non presenta grosse difficoltà
tecniche, anche se si tratta pur sempre di un itinerario
alpinistico sopra i 3000 m. di tutto rispetto. La domenica
mattina presto, dopo aver fatto colazione, anche se un po
indecisi perché il tempo non prometteva certo una bella
giornata, ci siamo avviati verso la "nostra" cima.
Con un avvicinamento lungo (circa 800 m. sulla dorsale della
morena del ghiacciaio) e un po faticoso (da queste parti le
tracce dei sentieri si inerpicano ripide, guadagnando in breve
quota) siamo arrivati al colletto: qui finisce la morena e inizia
la traccia su ghiacciaio che, con larga curva sul versante Nord
del Palon de la Mare, conduce alla cresta sommitale. Il tempo
continuava a non essere affatto bello e solo a tratti riuscivamo
ad intravedere la sagoma della montagna nei brevi squarci tra le
nuvole. Non sembrava essere tuttavia pericoloso né minacciava
temporale; abbiamo pensato che, al massimo, avremmo trovato una
bella nevicata in cima. E così è stato!!!! Lentamente la
comitiva di cordate, ordinata e sempre in sicurezza, con valide
guide in testa, avanzava sul ghiacciaio, ora piatto, ora più
ripido, finché in prossimità della cresta finale ci ha accolti
una nevicata di neve fitta e ghiacciata! I primi hanno raggiunto
la vetta in unatmosfera ovattata e immersi nelle nuvole
(come hanno capito che quel punto era proprio la vetta?
"Siamo andati oltre e la traccia anziché salire,
scendeva!". Ovvio, no?). Pian piano la cima si è riempita
di un folto gruppo (una trentina di persone ; tre del gentil
sesso): qualcuno un po stanco, altri infreddoliti dal
tempaccio, qualcuno occupato ad immortalare il momento con una
foto, ma tutti soddisfatti e contenti.
In queste circostanze, anche se non vedi niente perché le nuvole
ti avvolgono completamente e la neve ghiacciata quasi ti fa male
sui pochi centimetri di pelle che lasci scoperti sul viso (tra
cappuccio, occhiali e giacca a vento), sei pervaso da
unemozione forte e bellissima: a contatto con la natura, in
intenso rapporto con la montagna, hai raggiunto la
"tua" cima e ti godi non solo quella, ma anche ogni
passo che ti ha condotto lì.
Il rientro ad Arcore, peraltro un po bagnato, ci ha tolto
dalla magia dellalta montagna e ha chiuso questa ennesima
trasferta CEA. Nella certezza che queste emozioni rimangono per
sempre e con la speranza di poterci ripetere ... arrivederci alla
prossima gita CEA.
(Cristina)
18/23 luglio: SETTIMANA DI
TREKKING NELLOBERLAND BERNESE
Finalmente, anche questanno, è giunta lora della
partenza per la settimana di trekking; sono le 6.00 quando ci
riuniamo in Via Roma,
GianniChiari-Filippo-Elvio-Mario-Elio, manca purtroppo
Cristina che a causa di un contrattempo di lavoro ci raggiungerà
martedì allo Junfraujoch.
Partiamo in direzione della Milano Laghi verso Domodossola e
attraverso il Passo del Sempione raggiungiamo la Svizzera, da qui
verso il Grimselpass dove, attraverso una stretta ma panoramica
strada, giungiamo dopo circa quattro ore al Bergahaus Oberaar, in
prossimità della diga, dove lasciamo le auto per avviarci verso
lOberaarjochhütte.
Il tempo è soleggiato, il panorama è bello ed attraversata la
diga costeggiamo il lago sulla destra salendo poi sul ghiacciaio,
non molto seraccato, dove, dopo circa 2 ore di cammino continuo,
ci fermiamo per una sosta. Il tempo sta peggiorando ed
affrettiamo il passo e quando manca circa ½ ora due forti tuoni
fanno si che Gianni, allergico ai fulmini, faccia uno scatto alla
Pantani che ci porta, dopo circa quattro ore, fin sulla sella
dove, dietro lo sperone, è situato il rifugio (3256 m), piccolo,
con bagni esterni, ma molto accogliente, anche merito del suo
gestore (Heidi), che ci offre il tè di benvenuto.
Gianni è preso in simpatia da Heidi, persona molto simpatica e
che parla bene litaliano, ed in breve diventa il boss del
rifugio. Fuori inizia a piovere ed arrivano stravolti 3 tedeschi
che Heidi aiuta a sistemarsi. Uno di questi non è nemmeno in
grado di togliersi limbrago e, dopo essere stato portato in
branda, lo vedremo spesso scattare verso i bagni.
Il lunedì, con un cielo terso, dallOberaarjochhütte
scendiamo leggermente nella conca del ghiacciaio, lasciando ad
est il Finsteraarhorn, poi saliamo verso il passo del
Gemschlicke, per poi ridiscenderlo attraverso un couluar di circa
50°, che in cattive condizioni dinnevamento può diventare
abbastanza pericoloso a causa della forte pendenza. Siamo
circondati da belle montagne e attraverso nevai raggiungiamo il
Fieschergletscher dove sorge il Finsteraafhornhütten, situato
appena sopra il ghiacciaio, punto di partenza per la via normale
al Finsteraarhorn, con i suoi 4274 m. la cima più alta
dellOberland Bernese.. Lidea era quella di salire al
rifugio ma sembra che il tempo si stia guastando così
proseguiamo per il passo Grünhornlüke, dove possiamo ammirare
uno splendido panorama; qui facciamo una lunga sosta visto che il
sole è ritornato e la meta sembra vicina. Riprendiamo il cammino
scendendo il passo dove, a circa metà discesa sud/est, inizia la
via che porta in cima al Gross Grünhorn (4044 m), mentre al suo
termine si arriva a Konkordiaplatx, luogo dincontro di 4
grandi ghiacciai che confluiscono nel Grosser Aletschgletscher,
il ghiacciaio più lungo dEuropa. E impressionante
sapere che abbiamo sotto di noi circa 900 metri di ghiaccio e si
capisce guardando bene alcuni crepacci perché non si riesce a
vederne la fine. Da qui per uninfinita scalinata (412
scalini contati da Filippo), raggiungiamo dopo 6 ½, il rifugio
Konkordiahütten (2850 m) situato circa 100 metri al di sopra del
ghiacciaio. L'interminabile scalinata, come il giorno prima lo
scatto di Gianni, ci ha massacrato, ma qui sembra di essere in un
pub e dopo esserci rinfrescati ci beviamo una fresca e buona
birra sotto gli ombrelloni anche se più tardi il vento cambia e
lodore dei bagni si mischia allodore delle calze
appese e noi cambiamo aria. Durante la serata variamo
il programma del giorno seguente, che prevedeva la salita al
Gross Grünhorn, per raggiungere Cristina e con lei salire il
Mönch e la Jungfrau.
Il Martedì discendiamo le famigerate scale fino a raggiungere il
ghiacciaio; da qui, proseguiamo in direzione dello Jungfraujoch,
dove arriviamo dopo circa quattro ore attraversando centralmente
limmenso e stupendo ghiacciaio, che si presenta al suo
termine abbastanza seraccato (qualcuno, scarso nel salto in
lungo, nel saltare un ruscello che scorre sul ghiacciaio finisce
per bagnarsi i piedi). Arriviamo, quindi, alla stazione del
trenino (fotografati da un centinaio di giapponesi, gli altri
9000 sono nella stazione) che attraverso lEiger e il Mönch
porta allo Jungfraujoch, dove, in compagnia dei giapponesi,
aspettiamo larrivo di Cristina. Nella civiltà non ci
troviamo proprio a nostro agio dopo aver passato tre giorni
stupendi tra i monti e quindi proseguiamo, attraverso un sentiero
battuto meccanicamente dal gatto delle nevi, per circa
unora fino al Mönchsjochhütte, situato alla base del
Mönch, a 3627 metri daltitudine. Il tempo per tutta la
giornata è stato abbastanza buono; troviamo il rifugio
sprovvisto dacqua corrente per lavarsi o bere ed una
bottiglia dacqua costa circa 12.000 lire ed allora noi, da
bravi brianzoli, beviamo birra e ci laviamo nella neve. Fino a
qui il percorso non è stato molto impegnativo cè ancora
molta neve e i crepacci sono abbastanza chiusi, ma da domani con
la salita al Mönch cominceranno le difficoltà.
Mercoledì sveglia alle 5; fatta colazione partiamo per la vetta
del Mönch (4107 m), dopo un centinaio di metri, causa il forte
vento alcuni di noi decidono di rinunciare mentre gli altri
proseguono per la vetta visto che la neve è buona e con la
speranza che più in alto il vento sia di minore violenza. La
scelta si rivela esatta e raggiungiamo la vetta dopo aver
superato alcuni tratti di roccette e passaggi di creste molto
esposte. Il tempo è dalla nostra parte offrendoci dalla cima un
panorama stupendo su tutte le altre vette, da cui spicca il
vicino Eiger. La discesa, a parte le creste un poco esposte, non
presenta particolari difficoltà, anche se prestiamo sempre molta
attenzione, e dopo tre ore siamo di nuovo al rifugio. Per poterci
lavare scendiamo allo Jungfraujoch, in mezzo alla civiltà, e
dopo aver fatto scorta dacqua ritorniamo al rifugio (1½
A/R).
Sono solo le 3,30 di giovedì quando la sveglia ci avvisa che è
lora di svegliarsi per salire la Jungfrau (4158 m); ci
vestiamo e facciamo colazione per poi incamminarci per il comodo
sentiero battuto dal gatto delle nevi verso lo Junfraujoch. Sta
albeggiando ed il cielo è serenissimo e cè un poco di
vento, il panorama è incredibile e spronati dalla bella giornata
ci dirigiamo verso lo sperone di roccia situato alla partenza
della salita. Si supera questo alla sua sinistra, per salire con
poca difficoltà, verso la cresta est del Rottalhorn,
questultima non impegnativa, ma delicata
nellattraversamento, causa le cornici pendenti su di essa.
Le cornici di neve, come i fulmini, fanno venire lallergia
a Gianni che ci stresserà fino a quando non ripasseremo il
traverso. Dopo aver legato insieme le due cordate proseguiamo per
un ripido ed esposto pendio che superiamo tranquillamente, grazie
anche ai fittoni di sicurezza situati in loco, per poi giungere
finalmente sulla sospirata vetta, che, grazie anche al tempo
bello, ci offre una delle più ampie vedute a 360°.Ci piacerebbe
fermarci per ore ad ammirare lo spettacolo, si vedono le più
belle montagne delle Alpi e dellOberland, purtroppo però
bisogna anche scendere, un po per il vento, un po per
il poco spazio disponibile in vetta (siamo in compagnia di 9
ragazzi della Rep. Ceca), e quindi ridiscendiamo lentamente per
il pendio esposto, passiamo il traverso con la cornice di neve
pendente, con grande sollievo di Gianni. Cento metri più in
basso un forte rumore causato dal passaggio di un aereo ci fa
sobbalzare, timorosi che la cornice di neve fosse ceduta e dopo
un momento di silenzio e di spavento riprendiamo il cammino;
sosta per rinfrescarci e fare scorta dacqua allo
Junfraujoch, sempre in compagnia di qualche migliaio di
giapponesi, e rientriamo al rifugio alle ore 14,00.
E venerdì e dalla sera prima imperversa la bufera, ma di
mattina verso le 8,00 si placa, permettendoci di scendere allo
Jonfraujoch dove prendiamo il famigerato e costoso trenino che ci
porterà dopo circa 1,30 a Grindewald. Qui grazie allaiuto
di Cristina e del suo tedesco, riusciamo a noleggiare un pulmino
che ci porterà al Bergahaus Oberar, dove sei giorni prima
avevamo lasciato le nostre auto. Ci cambiamo gli abiti e, con
qualche problema dinterpretazione del semaforo posto
allinizio della strada che farà imprecare Elvio
allindirizzo di Mario, partiamo in direzione del passo del
Sempione, per arrivare senza aver pranzato (altre imprecazioni di
Elvio) e dopo aver trovato coda allentrata della
tangenziale di Milano, verso le 19,00 a casa. Stanchi, affamati,
sporchi, ma pieni di gioia per aver passato una settimana in
compagnia, apprezzando magnifici luoghi che hanno lasciato in noi
un ricordo indelebile.
Ora non ci resta che aspettare il prossimo anno per una nuova
avventura.
(Elio)
IL CORO CEA
E' ormai ben avviato il mitico coro CEA, sotto la guida del maestro Luciano Castoldi. Ci si ritrova abitualmente il mercoledì sera alle ore 21 presso la sede. Se vuoi partecipare sei sempre in tempo, coraggio!!!
Attenzione: dall'11 Ottobre le prove si effettueranno il Lunedi, sempre alle ore 21!
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A PARTIRE DAL 05/10/99 E FINO AL
29/02/2000
MARTEDI' DALLE ORE 19,15 ALLE 20,15
GIOVEDI' DALLE ORE 19,15 ALLE 20,15
PRESSO LA PALESTRA DELLE SCUOLE ELEMENTARI DI VIA EDISON. LE
SCARPE DA USARE DURANTE LA GINNASTICA VANNO CALZATE IN PALESTRA.
N.B.: La ginnastica presciistica è vivamente consigliata come
allenamento a tutti coloro che durante la stagione invernale si
vorranno dedicare ai vari tipi di discipline sciistiche.
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ATTENZIONE!!!
In caso di necessità, il gruppo CEA è rintracciabile grazie al telefono cellulare. Ecco il numero: 0347/9471002.
INOLTRE...
NAVIGA CON IL C.E.A. SU INTERNET
al sito:
http:/space.tin.it./io/gabrioga/cea/
IN SEDE SONO DISPONIBILI LE MAGLIETTE CON IL SIMBOLO DEL C.E.A., I PILE, I PORTA SKIPASS E GLI STEMMI IN STOFFA DA APPLICARE SU MAGLIETTE, GIACCHE E ZAINI.
IL NUMERO DI TELEFONO DEL C.E.A. E' LO 039-6012956
LA SEDE E' APERTA IL MARTEDI'
ED IL VENERDI' DALLE ORE 21 ALLE ORE 22,30
ANNO 1999 - SETTEMBRE - N. 137
REDAZIONE: Ornella, Paola , Cristina, Elio, Mario.